Rocca Massima il Belvedere dei Monti Lepini

Per quanto sia difficile vivere in un piccolo Comune di montagna o – se si vuole – delle alte colline appenniniche, gli abitanti di quelle terre sembrano posseduti da una sorta di istinto maniacale a restarvi quasi fossero stambecchi o aquilotti nati per stanziare su pendii scoscesi o librarsi nell’aria da nidi incombenti su valli profonde e anguste, scavate non da regali fiumi o nobili torrenti, ma da ben più modesti e banali fòssi ove rinsecchite ramaglie e arbusti contorti, o maleducate discariche contendono il sole alle umide tane di smagrite volpi, di ghiri indolenti o di istrici regali.    Eppure in molti luoghi come questi vissero e sopravvivono tuttora genti testarde, abbarbicate come il muschio al sasso carsico, capaci di indossare abitudini antiche e dimesse quasi fossero paramenti di una nobiltà mai posseduta eppure sempre esibita. Rocca Massima, uno di questi eremi e una di queste genti. Ultimo contrafforte a nord dei Monti Lepini, incuneato come un rostro verso i colli Albani del mitico Artemisio veliterno, dominante il mar tirreno e la prima piana Pontina da Aprilia a Cisterna, città di Butteri, mentre all’ ultimo orizzonte balugina  la costa di Anzio neroniano, del Lavinio virgiliano e di Nettuno, caro alla vergine Goretti, cielo sulla palude. Dall’altro lato, distesi verso nord e nord est i monti Prenestini e Simbruini dominanti la valle dell’esausto fiume Sacco e prospicienti le azzurre pendici della benedetta valle dell’Aniene fino alle nude rocce incombenti a strapiombo su Vallepietra del secolare Santuario trinitario. Carventum o Arx Carventana sembra siano stati, secondo lo Storico Nibby, i nomi volsco prima e romano in seguito di questo luogo che fu Castrum, più volte conteso, conquistato e perduto e di nuovo rioccupato secondo quel che sembra riferitovi dalle Historiae di Tito Livio. 1202 ! … 5 dicembre anno e mese in cui quel grande Papa Innocenzo III  (Lotario de’ Conti di Segni), il fustigator dei Catari provenzali, con Breve “Quia per tuae” dalla Sede apostolica scrisse l’atto di nascita della Comunità medioevale di Rocca Massima. Ne fu assegnatario e primo signore Pietro degli Annibaldi, suo famiglio, affinché costruisse su questo monte Massimo un castello “a difesa delle proprietà della Chiesa”. Il Borgo, incendiato dalle truppe del Duca D’Alba durante il sacco di Roma nel 1527, vanto dei Lanzichenecchi al soldo di Carlo V, durante i secoli fu di volta in volta Feudo di nobili famiglie romane e toscane, Conti – Salviati – Borghese – Doria Pamphili – Frangipane – Malabranche – Pierleoni ecc. Divenne Comune autonomo nel 1809 con decreto napoleonico e confermato nel 1870, appartenendo alla provincia romana di Velletri fino al 1932 quando fu aggregato alla neoprovincia di Littoria. Da sempre appartenente al cuore della Diocesi di Velletri, ne fu distaccata  (con dispiacere della popolazione) per essere annessa (con rammarico) a quella odierna di Latina Terracina della quale, dai primi anni ’60 del secolo scorso, è risultata a lungo l’ultima delle Comunità, condizione oggi attenuata grazie alle pastorali cure dell’attuale e meritevole Vescovo mons. Mariano Crociata. Da sempre l’economia del più alto Comune della Provincia di Latina (750 m. slm) fu economia agricola, con importanti trascorsi nella pastorizia, oggi quasi scomparsa salvo alcuni armenti e mandrie allevati al brado. L’ olivicoltura da olio ma soprattutto quella della Itrana gaeta (da tavola) furono e sono ancora oggi il perno della economia di Rocca Massima i cui abitanti, peraltro, da sempre sono costretti al pendolarismo per mancanza di lavoro. Il destino demografico del paese è stato ed è analogo a quello di tutti i Comuni montani della cosiddetta “montagna povera” appenninica : mancanza di servizi e grave disoccupazione giovanile ne hanno causato ripetuti fenomeni di spopolamento. Oggi i 1172 abitanti sono peraltro divisi tra centro storico e frazione Boschetto con ulteriore aggravio della già precaria condizione socio economica. Nonostante tutto ciò Rocca Massima fa di tutto per non morire. Una buona Amministrazione comunale e l’intraprendenza di quattro Associazioni, prima la Proloco, ma anche la Mons.Centra e la Castagna senza escludere la Confraternita di San Giuseppe lavorano di concerto con buoni risultati per valorizzare le tradizioni e la vocazione turistica del paese. Dal 2000 a Rocca Massima è in funzione l’impianto di fune aerea FLYING IN THE SKY ovvero il VOLO del FALCO PELLEGRINO. Un percorso lungo duemila e duecento metri risultante il più lungo del mondo nel suo genere offre agli appassionati (dal settembre 2014 circa 160.000) apprezzate emozioni alla velocità di 140 km orari. Rocca Massima dal 2000 è conosciuto anche per la sua RASSEGNA ORGANISTICA INTERNAZIONALE. Una manifestazione incentrata sul maestoso strumento meccanico posto nella bella Chiesa parrocchiale di San Michele Arcangelo(sec. XIII), costruito nel 1998 e inaugurato il 24 ottobre 1999 con un concerto del maestro J. E. GÖETTSCHE organista della Basilica Vaticana. Organisti da tutta Europa, dagli Stati Uniti e dalla Russia di fama internazionale parlano con ammirazione di questo strumento costruito dalla rinomata Ditta organaria INZOLI BONIZZI di Ombriano di Crema e della Rassegna giunta ormai alla XIX edizione. Altre due manifestazioni caratterizzano Rocca Massima : la Sagra degli antichi sapori nella settimana di Ferragosto e la Sagra dei marroni a metà ottobre. Da visitare : il centro storico col suo assetto urbanistico medioevale – la chiesa di San Michele Arcangelo con affreschi e tele del pittore AURELIO MARIANI Veliterno e la monumentale VIA CRUCIS in metope di marmo dello scultore bergamasco MARIO TOFFETTI. Interessanti pure la chiesa di San Rocco e della Madonna del Carmine ambedue del secolo XVII. PRODOTTI tipici del paese e del territorio sono le olive da olio e da tavola (gaeta) – le castagne tipo marroni – i funghi porcini, galletti e prugnoli – i tartufi – lo  zafferano e i rinomati vini di Cori delle Cantine Carpineti e Cincinnato – il pane della tradizione contadina – il capretto e l’abbacchio dei monti Lepini e le rinomate carni degli allevamenti al brado e quelle selvatiche dei boschi circostanti (maiale nero e cinghiali). A Rocca Massima operano Ristoranti e pizzerie per la soddisfazione di turisti e villeggianti  : LA TAVERNA DEI DORIA – LA LOCANDA DELL’ARCANGELO – IL MONTANO – PIZZAMANIA – L’ INFINITO – PINOCCHIO  come pure due B & B : IL BORGO ANTICO – LA LOCANDA DELL’ ARCANGELO.

DISTANZE : 40 KM da Latina – 58 km da Roma – 18 da Velletri – a venti minuti dai caselli autostradali (A1) di Valmontone – Colleferro e Anagni Fiuggi e dalla CITTÀ dei Papi ANAGNI.

Con un’ora di auto si raggiungono località come Sabaudia – Terracina – Sperlonga – Anzio e Nettuno – ABBAZIA di Fossanova

– Fiuggi e ABBAZIA di Casamari.

* I GIARDINI DI NINFA e Sermoneta si raggiungono con quindici minuti.

Dunque un piccolo paese con tante cose da vedere e da gustare non ultimi i suoi tramonti, i sentieri montani per le escursioni verso Monte Lupone e le sfidanti salite da Giulianello, da Segni e da Cori per gli appassionati ciclisti che specie nei week end osano su queste alture.

Lucia Del Ferraro

Presidente PROLOCO

Tel 331 835 77 41

06 966 92 58